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Attese confermate. Nella riunione di febbraio, la Bce ha aumentato di 50 punti base i tassi, che arrivano così al 3%. E a marzo - ha già annunciato la presidente Lagarde - è molto probabile che aumentino ancora. Il rincaro, stando alle previsioni degli esperti, sarà della stessa entità.
Insomma, il 2023 procede in linea con il 2022. Porta avanti, cioè, la politica di contrasto all’inflazione. Coerenza e continuità d’approccio sembrano essere le linee guida della Bce, che punta, così facendo, a un ritorno dell’inflazione al 2%.
Nel frattempo, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la Bce salgono rispettivamente al 3%, come anticipato, al 3,25% e al 2,50%.
Quali sono gli effetti concreti sui nostri mutui?
Alla luce dei costanti aumenti avvenuti nell’ultimo anno, il rincaro medio per i finanziamenti a tasso variabile in essere potrebbe essere di circa 100 euro a rata. Prendiamo, per esempio, un contratto standard: 126mila euro da restituire in 25 anni, con tasso variabile, stipulato a gennaio 2022. Si parte da un tasso molto basso (0,67% in media), con una rata mensile di 456 euro. Come è cambiato “in soldoni” il valore della rata nel corso dello scorso anno? Se nella prima metà del 2022 è salita di pochi euro, nella seconda ha subito tutti gli aumenti del costo del denaro decisi dalla Bce, arrivando a dicembre a più di 600 euro. Dopo il rialzo dei tassi di febbraio, la rata è salita ancora a oltre 700 euro.
Tassi fissi: meglio prima che poi
E com’è la situazione dei tassi fissi? Chi ne ha già uno in atto sta beneficiando del fatto di aver bloccato il tasso tempo fa. Non è quindi soggetto né interessato ai rialzi di questi ultimi mesi. Chi, invece, ne vuole sottoscrivere uno adesso, sta trovando in banca condizioni meno vantaggiose rispetto a un anno fa. Ma non bisogna scoraggiarsi. «Guardando alle migliori offerte disponibili a fine gennaio per lo stesso taglio di prima (126mila euro in 25 anni), i tassi di interesse partono dal 3,26%, con una rata iniziale di circa 614 euro», afferma Manuel Borella, area manager e referente convenzioni di Più Mutui Casa. «Più alta, certo, rispetto all’anno scorso, ma allora si trattava di una fase straordinariamente conveniente, adesso stiamo tornando a un regime di normalità», spiega l’esperto. Guardando in prospettiva, a differenza dell’Euribor, molto sensibile ai tassi Bce, il tasso IRS, ovvero quello di riferimento per i mutui a tasso fisso, è più difficile da prevedere. Ma di certo non è destinato a calare, almeno nella prima metà dell’anno. «Per cui il suggerimento è di non perdere tempo: se interessati ad accendere un mutuo a tasso fisso, è meglio farlo prima che poi, è meglio non aspettare che le quote si alzino ancora e cogliere l’occasione adesso», conclude Borella.
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