È inutile negarlo: l’emergenza sanitaria rischia di avere ripercussioni importanti sul mercato immobiliare. Ciò che è certo è che la pandemia ha contribuito a spegnere le attese positive – più che legittime considerati i trend dell’ultimo triennio – in previsione del 2020. Se è vero, però, che in questi due mesi si sono registrati rallentamenti nel settore, sono altrettanto attendibili quei risvolti che lasciano ben sperare da qui a dicembre.
Uno su tutti? L’ipotesi, per nulla azzardata, che stima un aumento dei volumi di affari per gli investitori che intendono approfittare del momento e dei prezzi più bassi. Un’ipotesi che va a braccetto con l’ulteriore ribasso sui tassi dei mutui. Dal momento che, mai come oggi, il settore della mediazione creditizia rileva valori ai minimi storici.
La tendenza al ribasso dei tassi, in realtà, era già emersa nell’ultimo trimestre del 2019. Tanto che, secondo i dati della Banca d’Italia, nell’ultimo quarto dello scorso anno si era registrata un’espansione del 9,3% dei nuovi flussi di mutui erogati. L’andamento era stato confermato anche tra gennaio e febbraio, prima dello scoppio dell’emergenza sanitaria. Quando la riduzione dei tassi aveva considerevolmente aumentato l’interesse per la soluzione della surroga e dei nuovi mutui. In particolare, per quanto riguarda la rottamazione dei vecchi mutui, nel primo trimestre si era passati dal 55% sul totale delle richieste di gennaio al 57% di febbraio, fino al 62% di marzo, seppur con volumi differenti.
A marzo, di fatto, la domanda di mutui per acquisto era calata sia per il lockdown, sia per il clima di incertezza economica che già si iniziava a respirare. E questo nonostante, come anticipato, il 2020 si fosse aperto con un ulteriore miglioramento dei tassi di offerta sui mutui per privati. Al punto che nel corso del primo trimestre i migliori spread avevano segnalato una riduzione media di circa 10 punti base.
Una considerazione a parte merita l’eterna gara tra il tasso fisso e quello variabile: i dati mostrano chiaramente che gli italiani stanno continunado a preferire il primo. Si è infatti passati da una preferenza dell’89% nel quarto trimestre 2019 a un 92% nel primo trimestre 2020.
Ma cosa ci dobbiamo aspettare nel futuro prossimo? Stando alla ricerca e anche in considerazione della sospensione dei mutui decretata dal Governo, ripristinato un “regime” di normalità, le erogazioni potrebbero subire un calo nei prossimi mesi.
A incidere saranno le politiche degli istituti bancari e l’indice di fiducia delle famiglie riguardo alle proprie aspettative economiche e finanziarie.