Pubblicato il 26-03-2020
La novità che tutti aspettavano è arrivata: con il decreto “Cura Italia”, emanato il 17 marzo, è arrivata la sospensione dei mutui prima casa. Non senza però condizioni e limiti.
Vediamo più da più vicino da cosa si tratta.
Già il
Decreto Legge 9/2020, varato lo scorso 2 marzo, aveva disposto l’ammissione ai benefici per chi subisce una sospensione dal lavoro o la riduzione dell’orario a causa dell’emergenza sanitaria. Ora la platea di beneficiari del Fondo di solidarietà si è allargata. A chi? Anche ai lavoratori autonomi e ai liberi professionisti che autocertificano - ai sensi degli articoli 46 e 47 DPR 445/2000 - di aver registrato, “in un trimestre successivo al 21 febbraio 2020 ovvero nel minor periodo intercorrente tra la data dell’istanza e la predetta data”, una riduzione del proprio fatturato, superiore al 33% rispetto al fatturato dell’ultimo trimestre 2019, come conseguenza della chiusura o della restrizione della propria attività in ottemperanza alle disposizioni adottate dall’autorità competente in materia di Coronavirus.
Per accedere alla sospensione del pagamento delle rate del mutuo per l’acquisto della prima casa non è necessario produrre l’Isee: considerata l’attuale situazione, il Governo ha temporaneamente escluso l’indicatore come parametro di accesso al Fondo.
Non solo. Il “Cura Italia” ha previsto una sospensione anche per le micro (partite IVA), piccole e medie imprese (PMI), i professionisti e le ditte individuali. Per loro è stata approvata una moratoria su un volume complessivo di prestiti stimato in circa 220 miliardi di euro. In particolare sono state congelate fino al 30 settembre linee di credito in conto corrente, finanziamenti per anticipi su titoli di credito, scadenze di prestiti a breve e rate di prestiti e canoni in scadenza.
Anche in questo caso però sono richiesti dei requisiti specifici: l’impresa, al momento dell’inoltro della richiesta, deve essere in bonis, vale a dire non deve avere posizioni debitorie classificate come esposizioni deteriorate. Inoltre è chiamata ad autocertificare di avere subito in via temporanea carenze di liquidità per effetto dell’epidemia, che non implicano però modifiche significative alla capacità di adempiere alle proprie obbligazioni debitorie.
Il Governo sta pensando di varare ulteriori misure di garanzia e finanziamento, ma almeno non c’è ancora nulla di certo.
Sospensione mutuo: i consigli di Più Mutui Casa
Se quello della sospensione del mutuo è uno strumento indubbiamente prezioso in una situazione come quella che stiamo vivendo, è sempre bene riflettere attentamente prima di prendere qualsiasi decisione. Insomma, conviene davvero?
Nel momento in cui si decide di optare per la moratoria, è bene ricordare che la richiesta di una surroga successiva del mutuo potrebbe venire negata. Anche se, oggi più che mai, potrebbe essere un’occasione imperdibile per abbassare l’importo delle rate, visto che i tassi sono al minimo storico.
Senza contare che terminata la sospensione, il finanziamento ripartirà da dove si era bloccato. Questo significa due cose: da una parte che il piano di ammortamento verrà allungato di un periodo pari alla durata della sospensione, dall’altra il mutuatario dovrà corrispondere alla banca anche la metà degli interessi maturati sulle rate non versate.
«Ovviamente chi non ha altra soluzione, non avrà margine di scelta. Ma il consiglio è quello di evitare in tutti modi la scelta della sospensione, tenerla cioè come ultima possibilità. Confrontatevi piuttosto con la vostra banca e cercate una soluzione condivisa e ottimale per entrambe le parte. In questo momento, più che mai, le richieste dei clienti vengono ascoltate e accolte per quanto possibile», ha sottolineato Carlo Chidini, presidente Più Mutui Casa.
Autore:
Redazione Più Mutui Casa
Società di Mediazione Creditizia