Mutui: da Francoforte arriva il nuovo rialzo dei tassi
Salgono ancora i tassi sui mutui. Nel tentativo di frenare l’inflazione la Banca centrale europea ha stretto ancora la morsa monetaria con tassi che ora raggiungono il 4%. La decisione di Francoforte, avvenuta il 15 giugno, è stata quella di aumentare di altri 25 punti base i tassi d’interesse. Nel dettaglio, il rialzo, appena annunciato e già in vigore dal 21 giugno, riguarda le operazioni di rifinanziamento (4%), i tassi di interesse sulla linea di rifinanziamento marginale (4,25%) e sulla linea di deposito (3,50%).
Quanto costa la coerenza
Prosegue così da ormai un anno il continuo aumento dei mutui. Con coerenza la Bce porta avanti la strategia, responsabile di un inevitabile contraccolpo sulle tasche dei mutuatari a tasso variabile. Per loro le rate salgono di quasi il 60% rispetto a un anno fa (mentre restano invariate quelle di chi ha scelto il tasso fisso). Secondo le stime dell’Unione nazionale consumatori, poi, la rata di chi ha sottoscritto adesso un mutuo a tasso variabile in un anno arriva a crescere da 595 a 768 euro, totalizzando uno salto di circa 200 euro in più che in un anno arriva a circa 2mila euro in più di interessi.
Perché la Bce alza i tassi
L’obiettivo della Bce è riportare i prezzi a un livello accettabile e frenare l’inflazione. Per farlo, ha avviato a partire da luglio 2022 una politica monetaria restrittiva, dalla quale è dipesa la graduale ma inarrestabile ascesa dei tassi sui mutui. Infatti, aumentando il costo del denaro la Bce ha inevitabilmente innalzato i tassi di riferimento dei mutui, Euribor e IRS. Il motivo? Frenare la domanda di accesso al credito e bloccare così l’impennata dell’inflazione, che attualmente nell’Eurozona oscilla tra il 7% e l’8%. La missione di Francoforte è riportare l’inflazione al 2%.
Ipotesi e scenari nell’immediato futuro
Basta un’occhiata allo scenario attuale per capire che le previsioni a breve termine non sono rosee. Se la Bce ha scelto come data il 15 giugno per innalzare di un altro 0,25% i tassi, portandoli dal 3,75% al 4%, è facile prevedere che entro la fine del 2023 il tasso possa salire ancora, raggiungendo anche il 5%. Insomma, si preannuncia un’estate molto calda per i mutuatari che potrebbero vedere un ulteriore ritocco all’insù sui tassi già da luglio. Ma ovviamente sono solo ipotesi. Tutto dipende dalla reale evoluzione dell’economia, per la serie: stay tuned.
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