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Appassionato di musica, e in particolare di chitarra elettrica, Filippo Barlocco – classe 1980 – è nato in provincia di Milano e ha studiato Economia e Commercio all’università Insubria.
Cresciuto con due genitori che gli hanno insegnato valori come l’ambizione e la cultura del lavoro, dopo i primi passi nel mondo cinematografico, si avvicina al settore economico trovando una posizione come promotore finanziario in Banca Mediolanum: «Sono entrato in contatto per la prima volta con gli aspiranti mutuatari che avevano necessità di aprire un conto corrente ma le cose, però, non sono andate come speravo. Così sono cominciate a piovere le prime difficoltà a cui non riuscivo a fare fronte».
Filippo, che a 26 anni aveva il desiderio di diventare un rocker come Kurt Cobain, non ha ancora trovato i veri obiettivi da raggiungere: «Dopo un po’ arriva finalmente il famoso posto fisso in un Caf. Mi occupavo di buste paga, ma ho capito sin da subito che quella non era ancora la mia dimensione». Sente il bisogno di fare qualcosa di suo, come quando componeva le sue canzoni. Per lui arriva finalmente un approdo: «Quasi per gioco rispondo a un annuncio di lavoro dell’allora Tempofin – diventata poi Più Mutui Casa – e inizio ufficialmente la mia carriera nel settembre 2007». È la sua occasione. Dopo appena un anno di esperienza, Filippo si ritrova a gestire da solo tutte le pratiche di mutuo. Il bagagliaio del suo Maggiolone è pieno di casse di frutta da dove traboccano pile e pile di documenti: «Andrea De Giuseppe è stato fondamentale durante la mia formazione. Mi ha preso sotto la sua ala protettrice e mi ha aiutato a superare i momenti più duri. Se sono riuscito a resistere è stato anche grazie alla mia forza di volontà e al mio coraggio».
Nel febbraio 2010 arriva l’apertura del suo primo ufficio a Cologno Monzese, che poi si classificherà al primo posto tra i migliori d’Italia nel 2013: «Arrivare sul gradino più alto del podio è stato un sogno. Non pensavo di riuscirci dopo appena tre anni di attività. La fatica e l’impegno profuso dai miei uomini mi hanno regalato la soddisfazione più grande». Soddisfazione che si moltiplica nel 2017 grazie a una nuova vittoria. Da lì inizia l’escalation di aperture degli uffici di Filippo che a oggi sono ben quattro: «Volevo a tutti costi essere ricordato per qualcosa. Questo pensiero mi ha sempre ossessionato. Ho sempre creduto che ci fosse un’analogia tra la musica e il business. La cosa fondamentale per una band è il ritmo: deve andare a tempo, deve essere preparata e avere tutti gli strumenti accordati. Il frontman deve essere il re del palcoscenico e io da questo palcoscenico non ho intenzione di scendere».
E proprio sul palco di Tempocasa, Filippo è stato nominato manager dell’anno nel 2020 per poi riprendersi la scena anche nel 2022: «Devo queste vittorie a Tempocollege, che mi ha aiutato tantissimo a migliorare nell’ascolto e nel confronto. Mi ha insegnato l’importanza di essere “contaminato” dagli altri senza farne un problema. Anche in questo caso ho rivisto l’assonanza con la musica: così come da adolescente tentavo di emulare i big del rock, in Tempocollege ho cercato di apprendere il più possibile dai guru della formazione, per poi imitarli e assomigliargli». Così, come è successo per la prima nomina, anche nel secondo caso Filippo non pensava potesse diventare manager dell’anno: «Se non avessi vinto, non sarebbe stato un problema né una delusione, perché non è una targa che ti fa innamorare dell’azienda. È la passione il motore di tutto. Ciò non toglie che adesso ho un obbligo da rispettare: fare assaporare anche ai miei uomini la stessa emozione che ho provato io. Come diceva David Bowie: possiamo essere eroi anche solo per un giorno. E noi lo dobbiamo essere per i nostri clienti e per i nostri colleghi. Basta volerlo.»
E sul fronte progetti futuri? «Adesso è arrivato il momento di fare un passo indietro su quello stesso palco che mi ha regalato tanti successi. Ed è giunta l’ora di dare visibilità a chi, con me, ha condiviso questo viaggio».
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