L’inflazione non ferma la politica accomodante della BCE
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Nonostante la crescita di prezzi, la politica monetaria espansiva della Banca centrale europea continua.
La notizia arriva direttamente da Francoforte. La Bce va avanti per la stessa strada, sebbene da diversi mesi il costo delle materie prime si stia alzando e l’Eurostat (l’ufficio statistico dell'Unione europea) abbia stimato che l’inflazione a ottobre ha toccato quota 2,9%.
Durante la conferenza stampa delle scorse settimane il governatore Christine Lagarde ha ribadito che questa politica si protrarrà almeno fino a marzo 2022. E succederà anche se l’inflazione e le preoccupazioni sul futuro hanno già iniziato a influenzare il mondo dei mutui. I due indici di riferimento per il tasso fisso e variabile, infatti, sono tornati leggermente a crescere rispetto ai mesi precedenti. Vediamoli più da vicino.
Gli indici Eurirs – punto di riferimento per chi ha intenzione di stipulare un mutuo a tasso fisso – stanno tornando vicino all’1%. Secondo una ricerca a firma de Il Sole 24 Ore, non succedeva dal 2019. Ma bisogna anche dire che, in ogni caso, rimangono ancora a un livello storico molto basso.
Fino ai 10 anni l’indicatore è costante a 0,21%. Per l’Eurirs a 30 anni la situazione cambia leggermente, considerando che l’indice è salito da 0,30% a 0,33%.
Per quanto riguarda invece l’Euribor – riferimento dei mutui a tasso variabile – l’indice a 1 mese è in rialzo, da -0,573% a -0,566%. Mentre per l’Euribor a un anno, il trend è passato da -0,473% a -0,480%.
Certo, siamo ancora lontani da un rialzo che possa definirsi preoccupante, ma l’aumento dell’inflazione fa pensare che nel 2022 ci potranno essere ulteriori incrementi.
Autore:
Redazione Più Mutui Casa
Società di Mediazione Creditizia