Pubblicato il 18-02-2022
Durante la conferenza stampa che si è tenuta il 14 febbraio a Strasburgo, la presidente della Bce, Christine Lagarde, ha assicurato un atteggiamento ancora accomodante per quanto riguarda la politica dei tassi d’interesse: «L’inflazione resterà alta nei prossimi mesi. Tuttavia, sono fiduciosa che nel corso dell’anno rientrerà. A marzo analizzeremo e valuteremo».
Nel corso della riunione del Parlamento si è discusso, quindi, di decisioni importanti: nello specifico, della volontà di lasciare invariati i tassi di interesse sulle operazioni nonostante il rialzo dell’inflazione, che il mese scorso ha raggiunto il 5,1%.
Cosa vuol dire questo?
Al momento non aumenterà il costo del denaro. Ma le condizioni potrebbero cambiare già a marzo, data la conferma della fine del Pepp (il programma di acquisti per l’emergenza pandemica). La conseguenza è molto semplice: un rialzo dei tassi di interesse determinerebbe effetti negativi sui mutui, sulle richieste di credito e di finanziamento, che comporterebbero costi maggiori tanto per le istituzioni finanziarie, quanto per le persone fisiche.
In poche parole, tutto ciò avrebbe conseguenze sulle famiglie: l’aumento dei tassi di interesse, da parte della Bce, ricadrebbe immediatamente sul tasso di interesse applicato al mutuo, con l’effetto finale di aumentare anche la rata pagata dal debitore.
Ma non c’è da preoccuparsi. Come anticipato, la politica accomodante della Bce si traduce in migliori condizioni di finanziamento per imprese e famiglie, che potranno godere ancora per quest’anno di condizioni vantaggiose sui prestiti e sui mutui. Anche se, a partire dalla fine del 2022 e nel 2023, si potrà assistere a una crescita maggiore di questi ultimi.
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Redazione Più Mutui Casa
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